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La bugia del “bere moderato”: tutti i rischi dell’alcol per corpo e mente

La bugia del “bere moderato”: tutti i rischi dell’alcol per corpo e mente
26/10/2025Studio NewLifeNutrizionista a Bologna

Alcol e salute: un binomio rischioso. Un bicchiere di vino al giorno fa bene al cuore? Niente affatto. Contrariamente al luogo comune diffuso dai media, un bicchiere di vino a pasto non protegge il cuore: l’Istituto Superiore di Sanità chiarisce che questa è una falsa credenza priva di evidenze scientifiche airc.it. Anzi, gli esperti avvertono che non esiste una quantità di alcol priva di pericoli: ogni 12 secondi, nel mondo, una persona muore per cause legate all’alcol, e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità non c’è alcun livello di consumo alcolico veramente sicuro per la salute airc.it. L’alcol è una sostanza psicoattiva legale ma insidiosa: provoca dipendenza e può causare seri danni al corpo e alla mente. In questo articolo, con toni accessibili ma un pizzico provocatori, esploriamo gli effetti dell’alcol sul corpo e sul cervello – dai rischi fisici (fegato, tumori, cuore e non solo) ai danni psicologici e sociali (dipendenza, disturbi mentali, relazioni compromesse). I fatti che seguono, supportati da studi scientifici recenti, potrebbero farvi guardare il vostro prossimo brindisi con occhi diversi.

Effetti dell’alcol sul corpo: i rischi fisici

L’alcol influisce negativamente su praticamente ogni organo. L’OMS ha contato oltre 200 problemi di salute associati al consumo di alcol, dalle malattie del fegato e i tumori, fino ai disturbi cardiovascolari, neurologici e le lesioni traumatiche airc.it. Vediamo i principali rischi fisici.

Danni al fegato e organi digestivi

Il fegato è l’organo più colpito dall’alcol. Un consumo eccessivo può portare dapprima a steatosi epatica (fegato grasso) e epatite alcolica, fino a condizioni irreversibili come la cirrosi. Gli alcolici sono responsabili di un’enorme quota di malattie epatiche: circa il 42% di tutte le morti per cirrosi epatica è dovuto all’alcol airc.it. Inoltre l’alcol irrita e danneggia tutto l’apparato digerente, aumentando il rischio di pancreatite e altre patologie gastrointestinali. Non sorprende quindi che circa un quinto delle morti alcol-correlate (22%) sia causato da malattie dell’apparato digerente (come cirrosi ed epatiti) secondo i dati globali airc.it. Il conto che il fegato paga all’alcol è salato e spesso irreparabile.

Tumori: un rischio in aumento

L’alcol è stato classificato come cancerogeno di gruppo 1 (la classe di rischio più alta) dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro who.int. In altre parole, è nella stessa categoria di sostanze come l’amianto e il fumo di sigaretta. L’etanolo presente nelle bevande, una volta metabolizzato nell’organismo (in particolare in acetaldeide), può danneggiare il DNA e le cellule, innescando processi cancerogeni. Almeno sette tipi di tumore sono collegati al consumo di alcol, inclusi alcuni dei più comuni: i tumori della bocca e della gola, dell’esofago, del fegato, del colon-retto e il carcinoma della mammella nelle donne who.int. Purtroppo molte persone ignorano questo legame, ma le evidenze scientifiche parlano chiaro: chi consuma alcol ha un rischio maggiore di sviluppare vari tumori e il rischio aumenta proporzionalmente alle quantità ingerite who.int. Secondo l’OMS non c’è una soglia “innocua”: il rischio di cancro inizia dalla prima goccia di alcol assunta who.int. Infatti, dati recenti mostrano che perfino consumi considerati “moderati” (es. meno di 1,5 litri di vino a settimana) sono responsabili di circa la metà dei tumori alcol-correlati – come il cancro al seno – nei Paesi europei who.int. In sintesi, per la prevenzione oncologica la scelta migliore è limitare o evitare del tutto l’alcol airc.it.

Cuore e sistema cardiovascolare

Si sente dire che bere vino rosso faccia bene al cuore, ma è un mito fuorviante. Le maggiori società cardiologiche internazionali hanno smentito la presunta protezione cardiovascolare dell’alcol: non esiste alcuna prova conclusiva che un consumo leggero-moderato protegga il cuore ehnheart.org. Al contrario, anche piccole quantità di alcol possono aumentare il rischio di problemi cardiovascolari ehnheart.org. L’alcol è un fattore di rischio significativo per ipertensione (aumento della pressione sanguigna), può contribuire all’aterosclerosi e favorire aritmie come la fibrillazione atriale ehnheart.org. L’abuso cronico, inoltre, indebolisce il muscolo cardiaco causando la cosiddetta cardiomiopatia alcolica (una forma di scompenso cardiaco dovuta all’alcol). Anche il rischio di ictus cerebrale e di infarto miocardico aumenta all’aumentare dei consumi alcolici ehnheart.org. Secondo i dati dell’OMS, circa il 17,8% delle morti attribuibili all’alcol nel mondo è dovuto a malattie cardiovascolari e diabete airc.it. In Europa, dove il consumo è più alto che altrove, le malattie cardiovascolari sono la principale causa di mortalità legata all’alcol ehnheart.org. Insomma, quello che per il cuore conta davvero non è il colore del vino ma la quantità di alcol: meno se ne beve, meglio è per la salute cardiovascolare ehnheart.org.

Effetti psicologici e sociali: dipendenza, mente e relazioni

Oltre ai danni fisici, l’alcol comporta seri rischi psicologici e sociali. L’etanolo è una droga legale a tutti gli effetti, con potere sedativo sul sistema nervoso centrale e capacità di indurre dipendenza. Ciò significa che bere può rapidamente trasformarsi in un comportamento compulsivo difficile da controllare (l’alcolismo), con astinenza e tolleranza crescenti. Di seguito esaminiamo come l’alcol influisce sulla psiche e sulla vita sociale.

Dipendenza da alcol e disturbi mentali

L’alcol agisce sul cervello alterando neurotrasmettitori e circuiti di ricompensa, e inizialmente può dare una sensazione di euforia o relax. Tuttavia, con il tempo l’effetto si inverte: l’abuso di alcol è spesso associato a sbalzi d’umore, episodi di depressione e ansia, e può contribuire all’insonnia ilmiller.it. In molti casi le persone cominciano a bere proprio per fronteggiare stress, tristezza o ansia, finendo invece per peggiorarli – un circolo vizioso pericoloso. L’uso cronico di alcol “prosciuga” i neurotrasmettitori che regolano l’umore, favorendo o aggravando disturbi depressivi e ansiosi. Non solo: un consumo eccessivo prolungato danneggia il sistema nervoso, portando a deficit cognitivi e di memoria. Nei casi gravi si possono sviluppare disturbi neuropsichiatrici come la sindrome di Wernicke-Korsakoff (una grave forma di encefalopatia alcolica) o demenza precoce. Va ricordato poi che l’alcol provoca dipendenza: chi beve abitualmente rischia di perdere il controllo sulla quantità consumata. La dipendenza da alcol è un disturbo mentale riconosciuto, caratterizzato da un forte craving (desiderio compulsivo di bere) e dalla continua assunzione nonostante le conseguenze negative. Spesso l’alcolismo si accompagna ad altri disturbi psichiatrici (comorbilità), come depressione o disturbo bipolare, che si aggravano a vicenda. In sintesi, l’alcol può trasformarsi da apparente valvola di sfogo in un potente amplificatore di sofferenza psicologica.

Impatti sulle relazioni e sulla società

Le ripercussioni sociali dell’alcol sono diffuse e spesso drammatiche. Chi abusa di alcol va incontro a problemi nelle relazioni familiari, lavorative e scolastiche. L’alcol disinibisce: riducendo i freni inibitori, può scatenare comportamenti impulsivi o aggressivi. Non è un caso che il consumo eccessivo sia correlato a un aumento di conflitti domestici e violenza: episodi di liti familiari violente e anche abusi possono emergere quando una persona è intossicata. Sul lavoro o a scuola, l’alcolismo porta a calo di rendimento, assenteismo e incidenti. Inoltre l’alcol compromette la capacità di giudizio e coordinazione: bere e mettersi alla guida è purtroppo una combinazione comune che causa incidenti stradali spesso mortali. Gli effetti sul comportamento includono anche maggior rischio di atti pericolosi o azzardati (ad esempio, relazioni sessuali non protette o violente in stato di ebbrezza). Statisticamente, l’abuso di alcol è collegato a un aumento dei tentativi di suicidio e delle condotte autolesive. Sul piano collettivo, il costo sociale dell’alcol è enorme: sistemi sanitari sotto pressione, perdite di produttività, famiglie distrutte. Particolarmente preoccupante è l’impatto sui giovani: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i giovani adulti sono i più colpiti dagli esiti fatali dell’alcol. Nel 2019, la fascia 20-39 anni ha registrato la percentuale più alta di decessi alcol-correlati (13%) rispetto ad altre età airc.it. Ciò significa che l’alcol sta rubando anni di vita soprattutto a persone nel pieno della loro vita lavorativa e relazionale. In termini di salute pubblica, l’alcol non è solo un problema individuale ma un fenomeno che investe intere comunità, dalla sicurezza pubblica (incidenti, violenze) ai costi sanitari.

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Conclusioni: una scelta consapevole

In conclusione, l’alcol – pur essendo legale e socialmente accettato – rimane una sostanza tossica con potenziali effetti devastanti su corpo e mente. Il messaggio provocatorio ma scientificamente fondato è chiaro: “bere con moderazione” non elimina i rischi, e anzi anche piccole dosi possono contribuire a danni a lungo termine who.intehnheart.org. Dalla salute fisica (fegato, cuore, rischio di tumori) alla salute mentale e sociale (dipendenza, depressione, problemi familiari), l’alcol presenta un conto salato che spesso paghiamo senza accorgercene subito. Ottimizzare il benessere significa anche sfatare miti rassicuranti: nessun superalcolico “digestivo” fa davvero bene allo stomaco, nessun amaro “tonico” fa bene al cuore – sono strategie di marketing che minimizzano i pericoli reali. Gli studi più recenti confermano che la scelta più sicura per la salute è limitare il più possibile il consumo di alcol airc.it. Questo non significa demonizzare chi brinda occasionalmente, ma essere informati e onesti sui rischi. In un’ottica di prevenzione, ogni riduzione conta: anche passare da consumi elevati a consumi modesti può migliorare la salute. Ma attenzione a non fraintendere: ridurre non equivale a “fare bene” – semplicemente si danneggia meno il corpo. Per molti, l’idea di rinunciare del tutto all’alcol può sembrare provocatoria, ma ricordiamo che la vera bevuta responsabile è quella guidata dalla consapevolezza. La prossima volta che alzeremo il calice, sapremo dunque che insieme al brindisi potremmo brindare – inconsapevolmente – anche ai rischi descritti sopra. La verità amara sull’alcol è servita: sta a noi ora scegliere con cognizione di causa come gestire questo “piacere” così diffuso e al tempo stesso così pericoloso.

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