Botulino: tutto quello che c’è da sapere sui casi di botulismo in Calabria

Negli ultimi giorni la Calabria è stata al centro dell’attenzione mediatica a causa di un grave episodio di botulismo alimentare avvenuto a Diamante, in provincia di Cosenza.
Due persone hanno perso la vita e altre dodici sono state ricoverate in ospedale. Al momento, non ci sono prove che gli alimenti coinvolti siano stati distribuiti al di fuori dell’area, ma la vicenda ha riacceso i riflettori su uno dei rischi alimentari più temuti: il botulino.
Cos’è il botulino e perché è così pericoloso
Il botulino è una tossina neuroparalitica prodotta dai batteri Clostridium botulinum, microrganismi anaerobi (che vivono senza ossigeno) e sporigeni, capaci di resistere per lunghi periodi in condizioni avverse.
Quando trovano un ambiente adatto – assenza di ossigeno, pH superiore a 4,6 e temperatura compresa tra 3°C e 50°C – si moltiplicano e producono la tossina botulinica, una delle sostanze più tossiche conosciute.
Questa tossina blocca la trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli, causando paralisi progressiva che, nei casi gravi, può portare all’arresto respiratorio.
Come si contrae il botulismo
Il botulismo alimentare si verifica ingerendo alimenti contaminati dalla tossina. I più a rischio sono:
- Conserve sott’olio (funghi, cime di rapa, melanzane)
- Olive nere in acqua
- Vegetali in salamoia
- Pesce affumicato e salumi poco stagionati
- Marmellate e conserve dolci a bassa acidità
La stragrande maggioranza dei casi in Italia riguarda conserve domestiche, ma non mancano episodi legati a prodotti industriali (come il caso del mascarpone nel 1996, che colpì otto persone).
Perché in Italia (e in Calabria) il botulismo è più frequente
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dal 1986 al 2022 sono stati registrati almeno 599 casi confermati di botulismo in Italia, con una concentrazione più alta in Campania, Puglia e Lazio.
La Calabria, come altre regioni del Sud, ha una forte tradizione di conserve casalinghe – soprattutto sott’olio e in salamoia – che, se non preparate correttamente, possono creare le condizioni ideali per lo sviluppo del botulino.
Prevenzione: le regole d’oro per evitare il botulino nelle conserve
Per ridurre al minimo il rischio di botulismo nelle conserve fatte in casa, è fondamentale rispettare alcune norme di sicurezza:
- Sott’aceto: usare acqua e aceto di vino in parti uguali (50%-50%)
- Marmellate: frutta e zucchero in rapporto 1:1
- Salamoia: il sale deve essere almeno il 10% della soluzione
- Pastorizzazione: eseguire un trattamento termico corretto per distruggere le spore
- Igiene: utilizzare barattoli e tappi sterilizzati e manipolare gli alimenti con mani e utensili puliti
Sintomi del botulismo
I sintomi compaiono di solito tra 24 e 72 ore dal consumo dell’alimento contaminato.
I più comuni sono:
- Visione offuscata o doppia
- Pupille dilatate
- Palpebre cadenti
- Difficoltà a parlare o deglutire
- Secchezza della bocca
- Debolezza muscolare progressiva
- Stitichezza
La gravità aumenta quanto più rapidamente si manifestano i sintomi.
Cure e gestione dei casi
Nei casi sospetti di botulismo, il trattamento richiede il ricovero ospedaliero immediato.
Il protocollo prevede la somministrazione di siero antitossico contenente anticorpi specifici, distribuito in Italia dal Centro Antiveleni di Pavia.
L’ospedale di Cosenza, dopo i recenti episodi di Diamante, è stato autorizzato a mantenere una scorta dell’antidoto nel reparto di terapia intensiva.
Conclusioni
Il botulismo è raro, ma potenzialmente letale. La vicenda di Diamante, in Calabria, è un monito sull’importanza di seguire le corrette procedure nella preparazione delle conserve.
La tradizione gastronomica italiana è un patrimonio prezioso, ma va preservata con consapevolezza e sicurezza alimentare.
