È vero che la soia rallenta la tiroide?
L’affermazione che la soia possa influenzare negativamente la funzione tiroidea è circolata per anni, alimentando preoccupazioni soprattutto tra le persone con problemi di tiroide o a rischio di svilupparli. Ma quanto c’è di vero in tutto questo? In questo articolo esamineremo la relazione tra soia e tiroide, analizzando le evidenze scientifiche più recenti per chiarire se la soia effettivamente rallenta il funzionamento della tiroide o se si tratta di un mito da sfatare.
Cos’è la tiroide e come funziona?
La tiroide è una ghiandola endocrina situata alla base del collo che regola importanti processi metabolici del corpo, come la produzione di energia e il controllo del metabolismo. Produce due principali ormoni, la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4), che agiscono su vari organi per regolare la velocità del metabolismo.
La funzione della tiroide e l’importanza dello iodio
Lo iodio è un elemento essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei. Una carenza di iodio può portare a ipotiroidismo, una condizione in cui la tiroide produce una quantità insufficiente di ormoni. In questo contesto si è spesso parlato della possibile interferenza di certi alimenti come la soia con la funzione della tiroide, ma le basi di queste affermazioni sono da analizzare con attenzione.
Che cos’è la soia?
La soia è un legume molto ricco di nutrienti tra cui proteine, fibre, vitamine (come la vitamina B6 e la vitamina K) e minerali (ferro, calcio, magnesio). Viene comunemente utilizzata in diverse forme, come tofu, tempeh, latte di soia e derivati. Inoltre, contiene composti chiamati isoflavoni, noti per la loro capacità di agire come fitoestrogeni, ovvero composti vegetali che possono imitare debolmente l’azione degli estrogeni nell’organismo.
La soia e la tiroide: da dove nasce il mito?
Il mito secondo cui la soia rallenterebbe la tiroide deriva dalla presenza di composti noti come goitrogeni. I goitrogeni possono interferire con l’assorbimento dello iodio da parte della tiroide, elemento chiave per la sintesi degli ormoni tiroidei. Tuttavia, è importante precisare che i goitrogeni sono presenti in numerosi altri alimenti comuni, come cavoli, broccoli, cavolfiori, spinaci e persino fragole.
Isoflavoni e la funzione tiroidea
Gli isoflavoni della soia sono stati particolarmente analizzati per la loro possibile influenza sulla tiroide. Alcuni studi in vitro (su cellule coltivate in laboratorio) hanno suggerito che in grandi quantità gli isoflavoni potrebbero inibire l’azione della perossidasi tiroidea, un enzima essenziale nella produzione di T3 e T4. Tuttavia, studi sugli esseri umani mostrano che la quantità di soia consumata attraverso la normale dieta è generalmente insufficiente a causare questi effetti.
Cosa dice la scienza? Gli studi sull’uomo
Gli studi più recenti condotti su individui non affetti da malattie della tiroide indicano che il consumo moderato di soia non ha effetti negativi significativi sulla funzione tiroidea. Una revisione scientifica pubblicata nel 2006 ha concluso che, anche se gli isoflavoni della soia possono avere un leggero effetto sulla funzione tiroidea in condizioni di carenza di iodio, questo rischio è praticamente inesistente in individui che seguono una dieta bilanciata con un apporto adeguato di iodio.
Un’ulteriore revisione del 2019 ha confermato che non ci sono prove conclusive che la soia causi ipotiroidismo o interferisca significativamente con la funzione tiroidea nelle persone sane. Tuttavia, è stato osservato che in individui con ipotiroidismo preesistente, la soia potrebbe ridurre l’assorbimento di farmaci tiroidei (come la levotiroxina), suggerendo quindi la necessità di monitorare attentamente i livelli degli ormoni tiroidei se si consuma soia in grandi quantità e si sta seguendo una terapia per l’ipotiroidismo.
I soggetti a rischio e il ruolo della dieta
Per le persone che già soffrono di ipotiroidismo o che hanno una predisposizione genetica a sviluppare problemi tiroidei, la preoccupazione principale riguarda l’assorbimento di iodio e farmaci tiroidei, non tanto il consumo moderato di soia. È consigliabile che questi individui assicurino un adeguato apporto di iodio nella dieta attraverso alimenti come pesce, alghe, uova e latticini e, soprattutto, il sale iodato.
Quanto soia si può consumare in sicurezza?
Per la maggior parte delle persone consumare soia in quantità moderate, come parte di una dieta varia ed equilibrata, non rappresenta un rischio per la salute della tiroide. Si ritiene che il consumo di circa 25-50 grammi di proteine di soia al giorno, una quantità comunemente assunta in diete vegetariane e vegane, non causi effetti negativi. È importante sottolineare che le preoccupazioni emergono solo in contesti di consumo estremamente elevato o in presenza di carenza di iodio.
Soia e tiroide nei vegetariani e vegani
Le diete a base vegetale, come quelle vegetariane e vegane, spesso includono la soia come una delle principali fonti proteiche. Numerosi studi hanno dimostrato che, purché queste diete siano bilanciate e contengano adeguate fonti di iodio, non vi è un rischio maggiore di sviluppare problemi tiroidei. Anzi, molti vegani e vegetariani tendono a prestare particolare attenzione all’equilibrio dei nutrienti, compreso lo iodio.
Come ridurre i potenziali rischi
Chiunque sia preoccupato di un eventuale impatto della soia sulla tiroide può adottare alcune strategie per minimizzare i rischi:
- Varietà alimentare: Alternare la soia con altre fonti di proteine vegetali, come lenticchie, fagioli, ceci e quinoa.
- Adeguato apporto di iodio: Consumare alimenti ricchi di iodio come il sale iodato.
- Monitorare la funzione tiroidea: Le persone con ipotiroidismo dovrebbero seguire i consigli del medico e monitorare regolarmente la funzione tiroidea, specialmente se assumono farmaci tiroidei.
Soia e salute generale: ulteriori benefici
Oltre alle preoccupazioni relative alla tiroide è importante ricordare che la soia offre numerosi benefici per la salute, inclusa la protezione contro malattie cardiache, la riduzione del colesterolo LDL (quello “cattivo”) e il miglioramento della salute delle ossa grazie al suo contenuto di calcio e vitamina D.
Conclusione: un mito da sfatare?
In conclusione, le prove scientifiche non supportano l’idea che la soia rallenti in modo significativo la funzione tiroidea nelle persone sane. Per coloro che hanno già un disturbo tiroideo, è importante monitorare l’assorbimento di iodio e dei farmaci, ma non esiste una giustificazione per evitare completamente la soia. Come per la maggior parte degli alimenti, il consumo moderato e bilanciato all’interno di una dieta varia è la chiave per una salute ottimale.
FAQ – Domande frequenti
1. La soia rallenta la tiroide?
No, il consumo moderato di soia non causa ipotiroidismo nelle persone sane con un adeguato apporto di iodio.
2. Gli isoflavoni della soia influenzano gli ormoni tiroidei?
Gli isoflavoni possono avere un lieve effetto sulla funzione tiroidea in individui con carenza di iodio, ma non vi sono prove che causino effetti negativi significativi in persone con sufficiente iodio nella dieta.
3. Le persone con ipotiroidismo possono mangiare soia?
Sì, ma dovrebbero monitorare i loro livelli ormonali e il dosaggio dei farmaci tiroidei, poiché la soia potrebbe ridurne l’assorbimento.
4. La soia riduce l’assorbimento della levotiroxina?
Potrebbe ridurlo in alcuni casi. Per sicurezza, si consiglia di separare l’assunzione della soia dal farmaco di almeno 3-4 ore.
5. Qual è il giusto apporto di iodio per chi consuma soia?
L’apporto raccomandato di iodio è di circa 150 microgrammi al giorno per gli adulti. Questo può essere raggiunto attraverso alimenti ricchi di iodio o integratori.
6. Quali altri alimenti contengono goitrogeni?
Alcuni esempi sono i cavoli, broccoli, cavolfiori e spinaci, ma generalmente non causano problemi se consumati in quantità moderate.
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